2020.05.28
Cosplayer Ruri: il valore di fare ciò che ami.
Nel suo cospaly di Hatsune Miku , che ha indossato durante l’intervista.
Il momento in cui inizi è quando pensi di provarci
La vera età dei cosplayer non imimporta; hanno la stessa età del personaggio che stanno interpretando. Ruri si presenta da noi vestita da Hatsune Miku…quindi dovrebbe avere circa 16 anni…giusto? Quindi com’è possibile che abbia 10 anni di esperienza? Scherziamo dai. E’ una battuta triste?
Per iniziare la nostra intervista, le chiediamo perchè ha iniziato a fare cosplay.
“Mi son sempre piaciuti gli anime, i manga ed i doppiatori. Quanto andavo ai live show o agli eventi, vedevo gente in cosplay, ma mai avrei pensato di diventare una di loro! (ride.)
Ma una cara amica a quel tempo faceva la cosplayer. E quando un tuo amico fa qualcosa, finisce che la fa fare anche a te. Così provai….”
Se hai qualcuno con cui discutere sul prossimo personaggio da interpretare, ecco che il tuo interesse si scatenerà.
“Ma il mio primo cosplay non fù un personaggio in realtà. Iniziai con costumi tipo maid o altre uniformi. Una volta abituata a quelli, iniziai con i costumi dei personaggi. Il primo personaggio in assoluto che feci fu Marcel della serie Angelique”.
Per molti cosplayer, diventare pienamente il personaggio è il vero piacere, ma per Ruri l’obbiettivo è un po’ diverso.
“Non ho mai pensato ‘voglio essere quel personagio!’ Per me è più indossare i panni altrui e sentirmi circondata dallo spirito del personaggio. Certo, ci sono anche cosplayer che vogliono cambiare loro stessi, ma per me il cosplayer è un modo per avvicinarmi al personaggio stesso.”
Sia che si compri il costume che lo si realizzi, è tutto amore
Parlando di come realizza i suoi accessori per capelli e cuffie
Ruri ha indossato oltre 20 costumi durante la sua carriera. All’inizio comprava semplicemente i costumi pronti, ma ora ne crea un sacco da sola.
“Quando iniziai a fare cosplay, non c’erano molte persone che usavano parrucche ed accessori. Molti usavano i loro stessi capelli. A quel tempo, ci si accontentava di quello che si indossava, era l’unica cosa importante. Ma ora c’è la tendenza ad essere precisi nel rifinire i dettagli. Su Twitter e sugli altri social, un sacco di persone si concentrano più sul diventare famose che sul divertirsi, e può essere uno dei motivi per cui il cosplay si è sviluppato così tanto di recente. Solitamente se qualcuno vestiva lo stesso personaggio, si diventava amici, ma oggi ognuno è in competizione su chi ha il costume più bello.”
Non è insolito sentire di persone che comprano like e retweet su Twitter. Il mondo cosplay sembra così intenso….
“D’altra parte però, la qualità dei cosplay si è alzata. Persino alcuni dei costumi che compri sono fatti con buoni materiali. Se la guardi da questo punto di vista, è sicuramente un bene.”
Credi in te per fare ciò che ami
Preoccupata per lo stato del mondo cosplay
I cosplayer “roshutsu-kei”, che indossano costumi succinti, sono solitamente cosplayer che voglioni diventare famosi sui social, non perchè vogliono cambiare o sentirsi vicini ad un personaggio. Come cosplayer, Ruri è a volte preoccupata riguardo alle complicanze sociali dei roshutsu-kei cosplayers.
“Capisco il fatto che più pelle mostrino, più attenzioni ricevano dagli uomini, ma credo proprio che questo non sia il punto del fare cosplay. Inoltre, c’è anche la tendenza dei media di mostrare questo tipo di cosplayer più di altri, portando le persone a pensare che fare cosplay significhi indossare costumi sensuali. Ma io voglio che le persone sappiano che questo non è vero! Voglio anche dire loro che non tutti sono bei cospalyer (ride). Io faccio cosplay perchè mi piace, quindi la cosa più importante è essere soddisfatta del mio costume. Ho sentito di persone criticare i particolari dei costui altrui, ma credo sia più divertente se le persone ammirino quello che gli piace senza giudicare nessuni. Se qualcuno vuole entrare nel mondo del cosplay, sia che lo compri sia che lo crei, lo voglio incoraggiare a provare! Potrebbe aprirsi un nuovo mondo da esplorare.”
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Writer
Shiro Sato
Translator
Michela Figliola