2020.04.10
Cosa significa “Doujin”?
1.Prima di tutto: cosa significa “Doujin”?
Benvenuti cari doujin!
Eh? Che significa Doujin vi state chiedendo? In generale con “doujin” si indicano tutti i lavori creati dai fan di anime, manga e videogames. Ma questa parola originariamente sta ad indicare “incontro di persone che condividono simili hobby o obiettivi”
Il doujin si presenta in varie forme, come fan club, gruppi di studio, ritrovi,.. In Giapponese esiste anche la parola “kessha” che ha un significato simile ma è ormai caduta in disuso. Essenzialmente indica “un gruppo di persone che si ritrovano per raggiungere un determinato obiettivo”.
Per i giapponesi, “Kessha” è una parola che ispira, che riempie il cuore, che emoziona. Ma diciamocelo, se siete arrivati su questo sito, avrete sicuramente capito cos’è quel qualcosa di speciale che questa parola evoca in noi.
In pratica, un “doujin”, così come un “kessha” è qualcuno, o un gruppo di persone, che condivide le stesse passioni e obiettivi.
https://en.wikipedia.org/wiki/Dōjin
Ma ci stiamo allungando un po’ troppo. Al giorno d’oggi, la parola “doujin” si riferisce più all’idea che, sia che si tratti di lavori dei fan che di produzioni originali, ci saranno sempre persone con idee simili alle nostre con le quali scambiare pensieri e progetti. Il “doujin” è un legame. E’ sia conoscere tutti i dettagli di un certo personaggio di un certo anime, che anche amare qualcosa in senso più ampio. Quando parliamo di “doujin” ci riferiamo ad entrambe le situazioni e a tutto ciò che sta nel mezzo. Sostanzialmente, voi che siete arrivati qui siete dei doujin, così come lo siamo anche noi!
Avreste mai detto che parlare di doujin sarebbe stato così filosofico?
Tranquilli, non abbiamo intenzione di continuare con questi discorso svolazzanti, da qui in poi vogliamo approfondire la storia, la cultura, la forza ed i problemi del mondo doujin. Ma prima, per capirci meglio ed essere tutti sullo stesso piano, rivediamo un po’ i 10 punti su cui noi doujin siamo tutti d’accordo.
Le 10 regole del doujin
I. Apprezzare i lavori e le idee che stanno dietro a questi lavori
II. Accettare tutti gli amici che hanno la stessa passione
III. Accettare che anche se la passione si manifesta in modo diverso, è sempre passione
IV. Capire che questa passione non è fine al profitto
V. Capire che questa passione non è fine al profitto
VI. Non obbligare gli altri ad amare la nostra passione
VII. Non scordarsi mai di rispettare il lavoro originale nelle nostre fan art
VIII. Violare la legge e diffondere un lavoro doujin è una violazione della cultura doujin
IX. Il creatore di un’opera così come chi la apprezza, è un doujin
X. Il mondo è pieno di doujin
Ora che tutti concordiamo sui principi e sulle 10 regole, siamo pronto ad addentrarci nell’argomento. Tuttavia, ciò che presentiamo qui sono solo le basi della cultura doujin, se volete approfondire oltre, vi invitiamo a continuare ad addentrarvi nel mondo doujin in autonomia.
2. Quando i Samurai scambiarono le loro spade con le penne: la prima letteratura Doujin?!
Quando il periodo Edo finì ed il Giappone fu al culmine della sua “illuminazione e civilizzazione” nell’era Meiji, nacque il primo gruppo Doujin. Venne infatti fondata la società letteraria Kenyūsha, con il romanziere Kōyō Ozaki al suo centro. L’obiettivo di questa società era il miglioramento della letteratura per diletto e piacere, non per profitto.
Tra i nomi, spiccavano grandi romanzieri come Bimyō Yamada, Bizan Kawakami, and Sazanami Iwaya. Il nome “Kenyūsha” racchiude in sé l’idea di essere “amici per sempre”, quindi non è un’esagerazione affermare che la Kenyūsha non fu solamente la prima società doujin giapponese, ma anche la miglior rappresentazione della cultura doujin.
Nel Maggio 1885, la Kenyūsha creò il magazine letterario Garakuta Bunko, che divenne il primo “Doujinshi”, il primo hobby-magazine autopubblicato del Giappone
Nonostante la Kenyūsha si concluse alla morte di Kōyō Ozaki, la cultura doujin continuò anche oltre la sua dipartita. Altre società doujin pubblicarono altri doujin magazine, tra cui Araragi, un magazine sulla poesia tanka, e la rivista letteraria Hototogisu, a cui famosi autori come Masaoka Shiko e Natsume Soseki contribuirono.
Non possiamo esprimere la nostra delusione del fatto che nessuno sa che questi autori, così famosi da apparire persino sulle banconote, erano degli attivi doujin.
Negli anni ‘10 del ‘900, nonostante il doujin fosse ancora principalmente legato alla letteratura, molti artisti iniziarono presto a prenderne parte e nacquero doujinshi come Shirakabaha.
Ma arriviamo ai giorni nostri. Ora, i locali doujin sono considerati una sorta di “campi di battaglia”.
Forse perchè, quando le spade vennero dichiarate illegali nel periodo Meiji, i Samurai che persero il loro proposito di vita, trovarono un nuovo “campo di battaglia” nel mondo della cultura doujin. Lo spirito Samurai del periodo Edo continua a vivere e combattere negli uomini del Giappone moderno, solo che hanno scambiato le spade con t-shirt degli anime.
3. Una nuova Era del Doujin dopo la guerra? Dalla letteratura all’arte: l’ascesa dei manga
Molto probabilmente non è necessario spiegarvi cosa sono i manga, ma vogliamo comunque raccontarvi un po’ di storia.
Il più antico manga, fumetto, del Giappone risale al periodo Heian (tra il 794 e il 1185): il Chōjū-jinbutsu-giga, la famosa raccolta di rotoli con disegnati animali antropomorfi.
In seguito, nel periodo Edo, i “giga”, le “animazioni”, iniziarono a circolare tra le masse, e si svilupparono le tavolette di ukiyo-e, come il Katsushika di Hokusai, il Manga di Hokusai. Alla fine del periodo Edo, un magazine di manga chiamato Japan Punch iniziò a circolare tra la comunità straniera di Yokohama e si dice essere l’origine delle moderne riviste di manga. In seguito, la cultura dei fumetti d’oltremare si integrò con lo stile dei manga giapponesi. I pennelli lasciarono spazio alle penne, i disegni si trasformarono in storie manga e i manga così come li conosciamo ed amiamo ora vennero alla luce.
I manga divennero quindi un esempio di cultura doujin, rendendosi l’essenza stessa della cultura doujin moderna. Con la fine dell’era Meiji, il Giappone intraprese una serie di guerre con il resto del mondo. La prima guerra Sino-Giapponese, la guerra Russo-Giapponese e poi la Prima Guerra Mondiale; con il passare delle ere Taisho e Showa, il Giappone continuava nel suo tentativo di espansione. E poi ci fu la Seconda Guerra Mondiale…
Tutto andò in fumo, tutto perduto, tutto distrutto. Gli adulti potevano solo stringere i denti e sopportare. I tempi erano così bui che i bambini nemmeno potevano piangere.
In tutta questa devastazione, una semplice forma di intrattenimento divenne popolare: i manga. I lettori potevano liberare la loro mente e venir trasportati in un mondo diverso…i loro sogni diventavano realtà….
La cultura doujin riprese nel 1946, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Attraverso la pubblicazione del doujinshi The Manga Man nacque la divinità giapponese del manga, Osamu Tezuka. Giovani ragazzi e ragazze si innamorarono dei manga e appena il Giappone si riprese dai decenni post-bellici, entrando in un periodo di rapida crescita economica, la rivista manga delle science fiction S-F Magazine portò un nuovo shock nel paese.
In questo periodo, vennero fondati moltissimi club doujin dove giovani autori sci-fi cercavano di farsi un nome in questo nuovo genere. Tra tutti spiccano i nomi di Shotaro Ishinomiya, autore di Kamen Rider e Cyborg 009, e Fujio Fujiko, creatore di Doreamon e Ninja Hattori-kun. Diverse figure importanti nell’industria dei manga come loro, spiccarono il volo dal mondo doujin.
In seguito, nel 1962, gli sci-fan (o sci-fi doujin) presero parte alla prima sci-fi convention del Giappone, che si tenne a Meguro, Tokyo. 180 persone si radunarono per scambiarsi opinioni ed informazioni, e un nuovo tipo di doujin club nacque.
Come sapete, le science fiction sono un prodotto della scienza. La gente comune ne apprezzava la fantasia e li seguiva con piacere, ma i ricercatori iniziarono a dedicare tutti i loro sforzi a cercare di replicare i mondi visti nelle storie di fantascienza, e ben presto, questi mondi che potevano essere trovati solo in libri e manga iniziarono ad apparire nei film. Con il film del 1968, 2001: Odissea nello Spazio, la community sci-fi si riempì di fanatici. I club doujin nati in quel periodo si evolsero presto in aziende di anime e gli anime e manga iniziarono ad emergere sempre più.
4. La nascita della più grande Doujinshi Convention: il Comiket
Tokyo Big Sight, dove si svolge il Comiket
Mentre la cultura doujin vide molti cambiamenti repentini nel corso del tempo, nello stesso periodo il Giappone era costantemente in guerra. Ma le battaglie combattute dopo la Seconda Guerra Mondiale, non avevano nulla di militare.
Come spiegato prima, il significato originale di “doujin” è “una persona o un gruppo di persone che condividono gli stessi interessi ed obiettivi”. Dopo la guerra, molti club doujin che si erano formati, avevano i propri obiettivi, le proprie idee e così, iniziarono i conflitti. Naturalmente, affinché la cultura doujin continui ad evolversi, sono necessari un po’ di battibecchi.
Ed è proprio quello che accadde.
Il 21 Dicembre 1975, si tenne la prima convention in assoluto di venditori di doujinshi, il “Comic Market”, conosciuto anche come “Comiket”.
Il manga club “Meikyū” fondò l’evento e diversi manga doujin club e club di ricerca universitari vi parteciparono, esponendo le loro critiche ed i loro pensieri sui manga esistenti ai circa 700 fan che vennero ad assistere.
Come detto in precedenza, tra i giapponesi, a partire dal Comiket, le convention di vendita di doujinshi divennero un nuovo campo di battaglia di pensieri ed idee…
Il doujin è riuscito a continuare a cambiare e ad evolversi mentre le guerre si succedevano…
E alla fine, sono riusciti a creare un nuovo campo di battaglia per se stessi, dove non viene versato alcun sangue.
E con lo sviluppo della scienza, prosegue anche la tecnologia. Negli anni ‘80, le persone divennero in grado di stampare i propri lavori, e la stampa divenne alla portata di tutti.
Originariamente il doujin era un raduno di autori di manga che condividevano un obiettivo, poi quando i manga guadagnarono popolarità, nacquero altri autori, la scienza migliorò, la circolazione dei manga si ampliò e le persone iniziarono a riunirsi per criticare quei lavori. Presto la critica si trasformò in “tutti possono disegnare manga” e le fondamenta della cultura doujin moderna si solidificarono nella battaglia del Comiket.
L’attuale Comiket è gestito dal Comic Market Preparatory Committee (ComiketPC) ed è la maggiore fiera del mondo di venditori di doujinshi. Si svolge ogni anno ad Agosto e Dicembre al Tokyo Big Sight. Al Comiket di Dicembre 2019 (conosciuto come C97) è stato registrato il record di 750.000 visitatori. Paragonato ai 950.000 visitatori giornalieri stimati per le Olimpiadi di Tokyo, è chiaro come il Comiket sia un enorme evento di scala internazionale.
Inoltre, ci sono molte altre fiere del genere in tutto il mondo, oltre al Comiket e al di fuori del Giappone.
Per quanto riguarda il Giappone, ci sono due tipi di fiere: quelle che celebrano tutti i generi e quelle dedicate, come per uno specifico anime o videogioco o a lavori letterari.
5. L’evoluzione del Doujin che include altri modi di esprimersi
- Cosplay
Man mano che cose come anime e manga estendevano il loro aspetto visivo, così anche l’espressione del fandom del doujin si espanse oltra la scrittura ed il disegno. Il desiderio di trasformarsi nel personaggio amato diede vita al fenomeno cosplay. La parola “cosplay” è la fusione delle parole “costume” e “play”, e si dice che l’idea arrivò dall’Europa e dagli Stati Uniti, dove le persone indossavano abiti d’epoca per eventi o giochi di ruolo. In Giappone, questa parola pare sia stata usata anche in riferimento agli studi di abbigliamento dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma negli anni ‘80 quando il numero di anime e produzioni sui supereroi con effetti speciali si sviluppò, molti fan iniziarono a imitarne i vestiti. Una delle produzioni che ebbe maggiore popolarità nel cosplay fu Urusei Yatsura (di Rumiko Takahashi). L’eroina di questo manga indossava abiti sensuali e provocanti che molte donne iniziarono a replicare ed indossare alle fiere doujinshi. I programmi TV diedero attenzione a questa tendenza e la parola “cosplay” divenne una parola ufficialmente riconosciuta. Tuttavia, al 23esimo Comiket del 1983, questo abbigliamento radicale ha richiesto l’intervento della polizia che non permise ai partecipanti di lasciare l’evento indossando il cosplay.
Nel bene e nel male, il cosplay è diventato un fenomeno sociale e nel 2003, ci fu la prima convention interamente dedicata al cosplay: il primo World Cosplay Summit annuale. Al primo evento, solo 5 cosplayers internazionali vennero invitati da Italia, Germania e Francia, ma al giorno d’oggi la convention si è espansa fino ad ospitare cosplayers da oltre 30 paesi del mondo. Inoltre, anche il Ministro giapponese degli Esteri presenzia all’evento, segno che l’evento è cresciuto al punto di diventare una questione diplomatica.
- Video Games
Dopo il successo della console per videogiochi NES (conosciuta in Giappone come Family Computer o Famicom) del 1983, sempre più persone in giro per il mondo iniziarono a giocare ai videogiochi e con essi, iniziarono a nascere doujin club dedicati. Il primo doujin riconosciuto dedicato allo sviluppo di videogiochi fu il Teikoku Software, e presentò i suoi videogiochi autoprodotti al Comiket del 1984. In seguito, la tecnologia si sviluppò rapidamente, i videogiochi divennero un intrattenimento comune e molte persone iniziarono a desiderare di creare il proprio gioco. In risposta, la ASCII Inc. rilasciò un gioco per il Super Famicon chiamato RPG Maker che permetteva di creare il proprio gioco di ruolo con il proprio design all’interno di un determinato settore. Fino a quel momento, se si aveva una storia che si voleva raccontare, la si doveva trascrivere sulla carta, ma ora, grazie al RPG Maker si creava uno nuovo sbocco per l’immaginazione (anche se, rispetto alla moderna era di internet, i giochi del Super Famicon presentavano grandi limitazioni nella condivisione degli RPG artigianali, nonostante i continui aggiornamenti ed integrazioni nel tempo). Poi negli anni ‘90, le visual novel, in cui illustrazioni, musica e effetti sonori erano aggiunti al testo, divennero popolari e anche i doujin iniziarono a produrre le proprie visual novel. Nei doujin club che producono videogame e visual novel, ci sono generalmente 4/5 persone che lavorano su diversi aspetti, come il design, la trama, le animazioni chiave, la programmazione e la musica.
- Musica
Una delle espressioni doujin che non possiamo dimenticare è la musica. Proprio come i manga prodotti dai doujin basati su anime o videogiochi, anche la musica prodotta dai fan iniziò a circolare.
Una delle maggiori ragioni fu la diffusione dei computer negli anni ‘90, che permettevano a tutti di creare la propria musica dal computer, conosciuta in giapponese come DTM o Desktop Music. Nella seconda metà degli anni ‘90, il costo dei CD scese e le musiche prodotte individualmente potevano venir vendute durante le fiere di settore. La musica doujin e quella indie erano spesso mischiate, ma se i compositori si riferivano a se stessi come doujin, beh allora lo erano. In seguito, lo scopo della musica doujin si espanse fino ad includere vocalist come Hatsune Miku, grazie ai miglioramenti tecnologici come il sintetizzatore YAMAHA, che aggiunse un ulteriore strumento alle abilità digitali dei doujin.
6. Il problema dei lavori prodotti dai Fan
La chiave per la definizione di “doujin” è la parola ”obiettivo”. Dove l’obiettivo doujin ti porta, dipende da te, ma ci auguriamo che tu possa rispettare le 10 Regole del Doujin, qualunque cosa tu decida di fare.
VII. Non scordarsi mai di rispettare il lavoro originale nelle nostre fan art.
VIII. Violare la legge e diffondere un lavoro doujin è una violazione della cultura doujin
Ogni tanto, violazioni di copyright vengono alla luce durante le fiere doujin come il Comiket. Naturalmente tutti sappiamo che ci sono molti lavori che (probabilmente) non infrangono le regole, come ad esempio una doujinshi che critica o esalta un’opera. Questo tipo di lavori, sono il frutto di doujin che vogliono raccontare i propri pensieri e passioni al mondo, e noi li rispettiamo.
Tuttavia, la realtà è che ci sono anche molti lavori che derivano da cose che già esistono. Le fiere dedicate ad un anime specifico sono generalmente un tripudio di violazioni di copyright. Non siamo qui per ostacolare la creatività dei doujin, ma nemmeno pensiamo sia ragionevole negare questo fatto. Vogliamo solo accertarci che i doujin capiscono cos’è la violazione di copyright quando vanno a creare le loro fan-production.
Se vi state chiedendo cosa conta come violazione di copyright, beh, ad essere onesti, se si vuole tracciare una linea indiscutibilmente chiara, è praticamente tutto. Copiare qualcosa che qualcun’altro ha creato o persino imitarlo, può essere una violazione. In altre parole, semplicemente disegnare un personaggio simile al personaggio di un videogame e presentarlo come proprio, può essere una violazione se qualcuno ne riconosce la fonte originale.
Tuttavia, una violazione di copyright per essere punita, richiede che il creatore dell’immagine originale protesti contro chi ha copiato. Fino a che la vittima della violazione di copyright non avvia una procedura legale, il caso non sussiste. D’altro canto però se si viene denunciati, potrebbe esserci una sentenza di colpevolezza con conseguente richiesta di risarcimento danni.
Ma in questo caso, se il Comiket è pieno di doujinshi che paiono tutti violazioni di copyright, come fa a resistere tutt’ora? E perchè i creatori originali non hanno fatto alcuna denuncia?
Dalla prospettiva dei creatori originali, i doujin vendono sì idee che non sono loro, ma allo stesso tempo sono anche un’occasione per i fan per scoprire nuove cose. Un partecipante ad una fiera doujin può scoprire un nuovo personaggio interessante, andare a cercarne l’origine e trovare la creazione originale, andando ad aumentarne il valore e le vendite, beneficiando quindi anche il creatore. In breve, i lavori creati dai fan sono una sorta di pubblicità gratuita del lavoro originale.
Ad essere onesti però, i doujin che creano fan work in paesi diversi dal Giappone non hanno tutta questa libertà. Negli altri paesi, i doujin vengono spesso denunciati. I creatori originali non ritengono di trarre alcun beneficio dai lavori dei fan, ma anzi, vengono spesso visti come un danno d’immagine al lavoro originale.
Ma in questo caso, come mai i creatori giapponesi chiudono un occhio?
Nella storia del doujin, ci sono state diverse figure famose che hanno creato lavori di alta qualità, in grado di competere con quelli venduti sul mercato, attraendo moltissimi fan a loro volta. I creatori originali giapponesi lo sanno e permettono questi fan-work in attesa della nuove generazione di creatori ed opere.
Ed ecco perché i doujin devono sempre considerare lo spirito delle creazioni originali quando creano le loro fan-production.
Abbiamo solo accarezzato le superficie del mondo Doujin
Vi abbiamo spiegato chi e cosa sono i doujin, la loro storia, la loro fondazione, i loro generi e gli aspetti legali correlati, ma questo è solo l’inizio. Vi abbiamo solo dato un assaggio del mondo doujin, uno spiraglio intravisto dalla finestra.
Tuttavia siamo felici se siete riusciti a imparare anche solo una piccola parte di quello che è il doujn, ed ora che siete arrivati fin qui, siete diventati dei doujin anche voi!
Ma non possiamo dire che rimarrete dei doujin solo perchè avete letto questo articolo. Se non trovate degli affiatati amici doujin che vogliono approfondire questo campo particolare, non potrete continuare il percorso doujin. La via più semplice per trovare doujin affiatati sono i social. “Ma non è strano se improvvisamente inizio a seguire qualcuno?” vi starete domandando. “Cosa dovrei dirgli?” E’ normale sentirsi insicuri. Ma non appena farete un passo in questo mondo, potreste incontrare qualcuno che cambia il vostro destino. E poi potrete iniziare un’eccitante vita da doujin voi stessi.
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Writer
Shiro Sato
Translator
Michela Figliola