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2020.09.15

Ascoltando il suo “Ojisan interiore”:Cosplayer Natsume

Decisamente non un vecchietto (all’esterno)

L’intervista di oggi è con il cosplayer Natsume. Basandoci su quello che abbiamo saputo dalle nostre fonti, eravamo abbastanza certi che Natsume fosse un Ojisan. (“Ojisan” è la parola per indicare un uomo di mezza età, “zio”). Certo, quia DoujinWorld non discriminiamo in base alla razza, età, genere, orientamento sessuale o altri fattori, quindi non ci importava. Ma non possiamo trattenerci dal fare supposizioni, è parte della natura umana. Voglio dire, il Twitter di Natsume titola “Natsume Ojisan” quindi…ci aspettavamo di incontrare un uomo di mezza età.

 

O almeno fino a quando una voce squillante citofonò al nostro ufficio, dove avevamo fissato l’intervista.

 

“Salve, sono Natsume!”

 

 Uhu? Forse la ragazza di Natsume è venuta con lui e l’ha annunciato?

 

“Grazie per avermi invitata oggi!”

 

La voce fu come dei fiori che sbocciano nel nostro ufficio e ci rendemmo conto che quella voce apparteneva a Natsume stessa.

 

Natsume decisamente non è un ojisan!!

 

Natsume risponde con onestà alle nostre domande. Anche se si chiama “ojisan” non credo farebbe mai una battuta da uomo.

 

Natsume si cambia velocemente nel suo costume , ed anche quello non è quello di un ojisan. Piuttosto, è una coniglietta sexy in un vestito cinese. Uno splendido cosplay, ma perché quindi si fa chiamare ojisan?

 

“Ahahah, scusa, ti ho confuso. Abbiamo comunicato solo via Twitter, vero? Ho sempre amato i contenuti fatti per gli uomini, come Tsukihime oFate, ecco perché mi faccio chiamare zio. Ho giocato ai giochi ero–intendo bishojo, per molto tempo. Ho iniziato intorno al primo anno di liceo. Poi ho notato che non c’erano molte persone intorno a me a cui piaceva la stessa cosa….e in quel momento ho realizzato di essere un otaku.”

 

Capisco. Le matricole delle superiori in possesso di giochi ero–ehm, bishojo, non ce ne sono esattamente a bizzeffe.

 

 “Al tempo stesso, ho appreso del Comiket. Mi sono detta che in quanto otaku avrei dovuto andarci almeno una volta! Ma davvero non potevo andarci da sola, quindi finii con il posticipare di un anno. Poi, al secondo anno di superiori, incontrai un compagno di classe otaku.”

 

Le braci dell’oshi di un otaku possono trasformarsi in una fiamma esplosiva se combinate con quelle di qualcun’altro. Ben presto Natsume fece il suo debutto cosplay al suo primo Comiket.

 

“Il mio primo cosplay fu Zetsubo-sensei. Ho sempre amato l’anime e lui era il mio personaggio preferito.” 

 

Il cosplay di oggi però è di uno stile completamente diverso…

 

 

Le creazioni cosplay originali di Natsume basate sulla storia

 

Le idee per i cosplay arrivano dalla sue grande conoscenza della storia.

 

“In realtà, ho creato il mio vestito di oggi da sola. Sono una patita di storia, mi piace davvero tanto. Mi piace soprattutto il periodo Muromachi della storia giapponese. Fu un periodo in cui le persone si ribellarono indossando abiti stilosi e appariscenti. Venivano chiamati basara e si diceva avessero spirito basara…”

 

 Aspettate! Quando un otaku inizia a parlare delle sue specialità, noi spettatori spesso veniamo travolti dallo tsunami del suo fanatismo, quindi ho dovuto intervenire per evitare di andare troppo fuori tema. Ma ammiro quanto è orgogliosa di essere un otaku.

 

“Scusa! Sono partita un po’ per la tangente (ride). Il cospaly di oggi non è basato sulla storia giapponese ma su quella cinese. L’idea è una ragazza cinese moderna degli anni ‘20. E’ disegnato basandosi sul vestito cinese conosciuto come qipao, specialmente il colletto.”

 

Interessante. Spesso pensiamo che questo tipo di vestiti cinesi abbiano un colletto stretto e chiuso, ma quello di Natsume è più aperto. E’ facile comprare un outfit di questo tipo?

 

“La maggior parte dei vestiti che indossi li faccio da me. Uso i modelli per realizzarli da zero. L’outfit di oggi mi ha richiesto circa un mese. Ci ho lavorato così duramente che mi sono anche appisolata un paio di volte mentre cucivo. Non avevo mai cucito dopo la classe di economia domestica delle elementari, quindi….”

 

Impressionante! Ho pensato che i materiali erano perfettamente cuciti insieme, quindi avrei detto che avesse comprato l’intero costume.

 

“Ho cucito anche questa rifinitura viola da sola. Faccio anche piccole e difficili cose come gli accessori. Modifico anche le parrucche a seconda dei trend delle ere.”

 

Che otaku! Come ci si aspetta da una fanatica di storia. La sua dedizione è impressionante.

 

Fino ad ora ho creato circa 10 costumi originali. Se includo anche i costumu di personaggi sotto copyright, ne ho fatti tipo 30/40 in tutto. Ho costumi di Touken Ranbu, Fate, che era uno dei miei preferiti, così come quelli di vocaloidi…”

 

Wow..è un bel numero. Non serve dirlo, molti dei suoi costumi sono costumi “roshutsu-kei”,  scollati.  

 

Un cosply ispirato dal dipinto di un unicorrno cinese dell’artista del periodo Edo Tan’yu Kano 

 

Un costume ispirato dal girfalco. Il livello di espressività e design è impressionante!

 

 

Chiedendo al suo zio interiore cosa dovrebbe indossare

“In fondo sono un ojisan nel cuore e vestirmi in questo modo mi attira. Ma nonostante io ragioni come un uomo di mezza età, sono pur sempre una donna, quindi devo considerare anche questo. Per esempio, il Comiket ha delle regole sull’esposizione dei costumi, quindi mi son dovuta assicurare di rispettarle.”

 

Ho partecipato al Comiket come parte di un club, ma non ho mai saputo di queste regole. Ma è decisamente importante saperlo se sei un cosplayer!

 

Natsume ha anche connessioni con otaku internazionali via Twitter, ed è anche diventata molto amica di alcuni di loro perché giocano insieme online. Ci ha spiegato alcune differenze che ha osservato nel modo di pensare dei cosplayer stranieri.

 

“Nel bene e nel male, il Giappone è una società perfezionista. Molti cosplayer giapponesi sono specializzati nella creazione dei propri costumi dalla testa ai piedi, mentre i cosplayer stranieri sono più orientati al divertimento in primis. Sembra che tendano a tener di più al divertimento che non alla qualità. Per me il cosplay è come un buffet. Posso scegliere che tipo di trucco farmi e cosa voglio indossare, il che è divertente in sé, come il miglior tipo di finzione. Posso diventare il mio personaggio preferito, ricreare la mia scena preferita da un’immagine, ed avere poi foto che me lo ricordano. Cosa potrei volere di più?”

 

 Ci auguriamo che Natsume, con il suo ojisan interiore e il suo aspetto femminile esteriore, possa continuare ad allietare gli otaku del mondo con i suoi cosplay incredibili

 

 

 

Natsume

 

Twitter:@natsumeg1

 

 




Writer

Shiro Sato

Translator

Michela Figliola


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