2020.05.07
No profit per i Doujin? Noi non “vendiamo”
Non importa quanto compri, tu non sei un “cliente”
Avete mai comprato una rivista doijinshi? Ne sarete stati entusiasti immagino. C’è qualcosa di speciale nel comprare un manga fatto dai fan, no?
Ma se vi dicessimo che voi non avete proprio “acquistato” quel doujinshi? Doujin sono persone o gruppi di persone con interessi simili e per diventare menbri di un doujin club, dovete condividere le stesse emozioni e i loro messaggi devono risuonare in te. Quindi acquistando i loro doujinshi, voi entrate nel loro club. In altre parole, non c’è una relazione venditore/acquirente o produttore/consumatore, solo una comunione di interessi!
In breve, quello che la maggior parte dei gruppi doujin porta alle fiere non sono “prodotti di vendita”; è semplicemente qualcosa da far circolare. Certo, sono prodotti, e il Comiket e le altre convention doujin sono conosciute come fiere per la vendita, quindi suona un po’ contradditorio. Ma non dovete andare al Comiket sentendovi dei clienti che vanno in negozio. Voi siete dei partecipanti della convention.
Ecco perchè: i doujin vogliono far circolare i loro lavori tra più persone possibili con la speranza di far arrivare loro i propri pensieri ed idee. Viene richiesto un contributo minimo per coprire le spese di oubblicazione o produzione. In giapponese, si usa la parola “頒布 (hanpu)” per descrivere questa azione, che significa “circolare” o “distibuire”. C’è anche la parola “配布 (haifu)” per riferirsi alla distribuzione, ma queste due parole sono diverse. Usano “hanpu” (“circolazione”) perchè non vogliono sia una distribuzione a senso unico, come i volantini sui marciapiedi. Ma vogliono invece dare un senso di connessione tra i partecipanti attraverso le opere doujin.
Quindi doujinshi non vengono “venduti” (販売) o “distribuiti” (配布), ma vengono fatti “circolare” (頒布) per l’uso di tutti. A titolo informativo, la parola “hanpu” viene anche usata nella vendita dei portafortuna e delle stampe dei santuari. Anche se i santuari chiedono un compenso per questi oggetti, non ne traggono profitto. Questi incassi vengono utilizzati come offerta alle divinità o usati per supportare le attività del santuario.
Legalmente parlando, il Comiket e le altre fiere sono degli eventi commerciali, ma hanno lo scopo di intrattenere, dai partecipanti generali ai club doujin i cui prodotti vengono “venduti”. I doujin non lavorano per ottenere profitto dai loro lavori; vogliono che le loro idee e opinioni circolino. Anche così, agli occhi della legge, le attività che implicano l’uso di denaro sono attività commerciali, quindi i “venditori” doujin devono ricordarlo.
Abbiamo saputo che ultimamente ci sono sempre più doujin che vendono i loro doujinshi o i loro CD per profitto, perché è diventato più economico produrli. Ma se questo continuerà ed i doujin inizieranno seriamene a provare a guadagnarci, la cultura doujin degraderà nelle vendite promozionali amatoriali e si porterà sulla via dell’estinzione. E visto che questo porterà spiacevoli conseguenze per tutti i partecipanti, ci auguriamo che queste persone smettano di farlo al più presto.
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Writer
Shiro Sato
Translator
Michela Figliola